Laura Nicolini
UNA PALLOTTOLA STUDIATA

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ARVAL, perché questo video è molto peggio di quello di Intesa Sanpaolo

ARVAL, perché questo video è molto peggio di quello di Intesa Sanpaolo

Oggi mi sono imbattuta via Facebook in questo video ARVAL, società del Gruppo BNP Paribas che si occupa di noleggio a lungo termine. Dopo averlo guardato un paio di volte giusto per sincerarmi che fosse autentico e dopo averlo trovato sul canale Youtube a firma Arval Italia, non sono riuscita a non paragonarlo a un altro video che in questi giorni ha fatto molto parlare di sé, ovvero il girato “self-made” realizzato della Direttrice e dallo staff della filiale Intesa Sanpaolo di Castiglione delle Stiviere (Mantova).

https://www.youtube.com/watch?v=W5dYSYLYEDs

Partiamo da quest’ultimo e per prima cosa ricordiamo che è stato divulgato “per errore”, poiché si trattava appunto di un contest aziendale, dove le filiali si sfidavano fra loro con la produzione di un filmatino promozional/istituzional/divertent/ironic che promuovesse ufficio e addetti. Per uso interno vero? Come non detto.

Finito sul web per mano di qualche buontempone ignaro dell’effetto boomerang, ha scatenato ogni tipo di commento: dal più tranchant degli addetti ai lavori, che lo hanno bollato – ad essere gentili – come ridicolo, a danno della credibilità istituzionale del celebre gruppo bancario, almeno per quanto riguarda la comunicazione. Io stessa l’ho commentato con poca generosità, convinta che si trattasse del frutto di una richiesta che, sempre più spesso, aleggia in agenzia: il cliente, pur di prestigio, che chiede una cosa veloce a basso budget, da utilizzare non si sa bene dove, quando… ma soprattutto perché.

Perdonata quindi l’ingenuità della direttrice di Intesa Sanpaolo e archiviato definitivamente il caso (con il fantastico post di Ceres, che come al solito non ne sbaglia una), passiamo ora ad una breve analisi del video di Arval.

La location è casereccia, forse il bar nei paraggi dell’agenzia o del cliente. Il cast è selezionato fra amici, ne sono certa. Gente di buona volontà, ma mi auguro per loro che non si tratti di attori professionisti. Ma passiamo alla parte più importante: i contenuti. Prima di tutto viene da chiedersi perché mai la signorina debba abbordare e poi annoiare di chiacchiere un giovanotto che pare essere già cliente Arval; ripeto: perché quindi raccontare la rava&lafava sul funzionamento del noleggio a lungo termine e dell’APP? Quello lo sa già, ha persino il portachiavi che è servito alla ragazza per saltare alle conclusioni. Che poi, come se un portachiavi facesse primavera… devo ricordarmi di cambiare il mio, che è una riproduzione di una bambolina woodo, non vorrei essere scambiata per una fattucchiera, che siamo anche sotto halloween!

Torniamo alla protagonista femminile: bella presenza, look estivo dal quale si evince che scoppia di salute, entusiasmo al limite della follia (lo dico con affetto); parte con il “lei” poi chiede il permesso del “tu”, poi accetta il caffè, che il giovanotto le offre perché non gli pare vero di conoscere la figliola e vuoi non fare il gentiluomo? Infine arriva il terzo incomodo e qui si svela il malinteso, degno della più classica commedia all’italiana: sembrava che, invece no, ma guarda un po’! Che qui pro quo caspiterina. E appena la ragazza se ne rende conto, ecco che molla caffè e cavaliere per lanciarsi all’inseguimento dell’amico. (Che poi, i due uomini hanno pranzato insieme, ma sul tavolo non c’è alcuna traccia). Lei lo insegue, ma perché, perché? Vuole raccontargli della nuova APP, vuole invitarlo a cena, vuole condividere le delizie del noleggio a lungo termine? Intanto, il primo ospite rimane lì come un allocco, fissa il cellulare e ripete, fra sè e sè, con una mimica epocale: Arval… Arval… ma cosa guardi, che tanto la macchina nemmeno ce l’hai! J

Arval

https://www.youtube.com/watch?v=M3hO_xrCSgg

Ora, giusto per non incappare nell’errore di valutazione del video della banca… non so in che contesto sia stata richiesta e prodotta questa clip; non conosco il brief, quindi nemmeno obiettivi e strategia di contesto. Posso solo commentare la qualità generale che, ormai è un fatto assodato, sembra essere l’ultimo degli elementi in fatto di importanza. Forse conta di più la tempestività, non lo nego. E magari anche il budget contenuto, lo posso capire – fino ad un certo punto. Mi pare che così si continui a sottovalutare il consumatore… avrà sorriso? Avrà apprezzato la scenetta? Perché di questo si tratta: una scenetta amatoriale da buttare sui social, che tanto si sa, domani verrà rimpiazzata da un altro video, da un altro post, da un altro link. E nel frattempo? Si analizzeranno i dati di condivisione e interazione del post, se sponsorizzato. Si controllerà se è andato a segno verso il target oppure no. E se non ha funzionato? Di chi sarà la colpa? Di tutti e di nessuno, perché voglio convincermi che si tratti di un prodotto-compromesso fra agenzia e cliente dove, ancora una volta, ha vinto l’approssimazione.